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Un volto

Da oggi – da pochi minuti, veramente – “Il vicino di casa” ha un volto (una bozza di volto, come il viso di un attore al quale non è stato ancora del tutto applicato il trucco prima di andare in scena).

Sette bozze di copertina, una più bella dell’altra. Vivissimi complimenti ai grafici di Passione Scrittore: se il loro obiettivo era quello di mettermi in difficoltà, ci sono riusciti benissimo! Ciascuna proposta catturava a modo suo lo spirito del romanzo, ne interpretava l’anima di mistero e suspense. Se avessi potuto, le avrei scelte tutte. Con gentilezza, ma con fermezza, hanno però bocciato la mia proposta di fare un libro con sette copertine. Peccato!

Ma una decisione doveva essere presa. A malincuore, molto a malincuore, il cerchio si è ristretto a tre finaliste.

Di queste tre, la prima era davvero perfetta. Era LA copertina. Inquadrava immediatamente il genere, l’atmosfera; una copertina che non ho faticato a immaginare sugli scaffali nella sezione thriller.

La seconda aveva dei colori magnifici, tutta giocata su ombre e sfumature. In questi elementi indecifrabili, inafferrabili, ho rivisto un tema importante del romanzo, direi centrale.

Infine, la terza. Semplice e insieme particolare, con le sue linee stilizzate, la sua essenzialità e i suoi caratteri grafici da vertigine che attirano l’occhio e lo sfidano. Ho pensato subito alle locandine dei film di Hitchcock.

Quale delle tre copertine finaliste è salita sul gradino più alto del podio?

Permettetemi di lasciarvi in sospeso, con la promessa che, non appena avrò la versione definitiva della copertina, la condividerò.

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