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Comincia l'avventura

Comincia l’avventura.

Una piovosa primavera si è tramutata in una calda estate. È più duro andare al lavoro, con il prepotente richiamo della spiaggia, del lago, della montagna. I prati oltre i mille metri dei Monti Lucretili e dei Simbruini sono un miraggio, e con Tania, la mia dolce metà, sogniamo di trasferirci in una piscina. Avete letto bene: non in una casa con piscina, ma direttamente in una piscina.

(Anche il posto nella foto va bene)

Vivere in una piscina rimane per il momento un sogno. L’avventura che sta cominciando – che è già cominciata – è un’altra. Riguarda il mio romanzo “Il vicino di casa”. L’ho iscritto a un concorso, Romanzi in cerca d'autore, e ha vinto un riconoscimento, la menzione speciale della giuria. Nel post qui sotto racconto quella storia. Qui c’è il seguito. Cos’è successo da quell’emozionante 13 maggio?

Cinque o sei telefonate, due o tre e-mail. Niente di che, in apparenza. Ma se dovessi dire di quale sostanza sono fatti i sogni (perdonami, o Bardo), direi: telefonate, e-mail. Il 14 giugno è arrivata la proposta (no, nessuno si è inginocchiato!) da parte di Passione Scrittore. Cureranno loro la pubblicazione e ci sono buone possibilità che riesca a presentare il romanzo a BookCity Milano 2018. L’uscita del libro sarà accompagnata da attività di promozione e di visibilità.

Cosa? Fermi tutti! E chi l’ha mai fatto?

Per me è un salto nel vuoto. Un bellissimo salto nel vuoto. Certo, nella proposta sono elencate in dettaglio le attività riguardanti il romanzo e la sua promozione, ma nella pratica cosa succederà? Cosa dovrò fare?

Quando si tratta di scrivere, mi trovo a mio agio. Sono nel mio ambiente naturale. Io e la pagina bianca, e quella voce che sgorga inesauribile dentro di me. Ma scrivere non significa solo scrivere. Può sembrare paradossale, ma è così. Soprattutto oggi, che il mondo dell’editoria è molto diverso rispetto solo a qualche anno fa. Lo scrittore deve essere comunicatore a 360°, deve padroneggiare tutti i mezzi che ha a disposizione.

Non ho mai usato molto i social. Un po’ per mancanza di tempo, un po’ per quella timidezza che mi accompagna da sempre (scrivo anche per questo motivo, per vincerla, questa timidezza, ed esprimermi compiutamente). Ma non sono il tipo che si paralizza di fronte a una nuova sfida. Mi piace esplorare territori ignoti, e la telefonata con Maria SIlvia Pettinicchio Krebs (che ringrazio) è stata illuminante.

Doveva essere una chiamata via Skype - e infatti avevo messo una polo ben stirata (sotto bermuda e ciavatte), avevo climatizzato la stanza, scelto con cura lo sfondo dietro di me -, ma alla fine è stata una telefonata normale che ho fatto in cucina perché la cucina è praticamente l’unico posto di casa dove il cellulare prende bene (ed è anche l'unica stanza senza condizionatore!).

Più tardi Tania mi ha detto: “perché non hai proposto a Silvia di usare il fisso?”, al che io ho risposto qualcosa tipo “Silvia mi stava svelando segreti importantissimi sulla comunicazione, figurati se mi lasciavo distrarre da una minuzia del genere”, e intanto pensavo tra me e me che avrei potuto prendere gli appunti nella stanza climatizzata, comodamente seduto al tavolo, invece che scrivere sul cestino della differenziata nella cucina inondata dal sole…

Ma i risultati uno se li deve sudare, no? Con un’estate così calda non è difficile!

E quindi eccomi qui, pronto per questa nuova avventura. Tra le mani ho una mappa con disegnata una grande X dove c’è il tesoro. Ora devo incamminarmi. Mi accompagnate?

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