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Il viaggiatore

Eccolo lì, il nostro obiettivo. Cala giù, a piombo. Forza.

Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto la visita di un viaggiatore. Lo chiamo semplicemente così perché nemmeno gli esperti concordano su quale classificazione attribuirgli: se cometa o asteroide interstellare. Lo chiamo così perché l’astronomia, per me, è una materia tanto affascinante quanto sconosciuta. Allora mi semplifico la vita, e lo chiamo viaggiatore.

Lui proviene da luoghi che, con tutta probabilità, rimarranno per sempre ignoti a noi esseri umani. Potrebbe essere nato dall’esplosione di una stella, o dalla frantumazione di un pianeta morto. Potrebbe aver fatto parte di una fascia di asteroidi in orbita intorno a un corpo celeste grande come il nostro Saturno, o anche più grande.

Accelera, accelera. Dobbiamo passare in orario. Anche in anticipo va bene. È fondamentale non essere in ritardo. Accelera, dai. Se fossimo in ritardo, non me lo perdonerei mai.

Il nostro pezzo di roccia viaggia a una velocità pazzesca. È un sasso scagliato da una fionda intergalattica. Se colpisse un pianeta, lo attraverserebbe lasciandoci un buco, lo trasformerebbe in una ciambella. No, non è vero. Questo sarebbe possibile solo in un cartone animato. Ma creerebbe un bel casino, di sicuro. Come l’evento catastrofico che ha provocato l’estinzione dei dinosauri.

Artist impression of ‘Oumuamua

Artist impression of ‘Oumuamua - Copyright ESA/Hubble, NASA, ESO, M. Kornmesser

Il proiettile della fionda intergalattica punta verso il Sistema Solare. Il nostro Sistema Solare. Ci colpirà? Ci distruggerà? No, tranquilli, mentre leggete queste parole, lui è già lontano. Non ci ha nemmeno sfiorati. Abbiamo potuto osservarlo grazie ai telescopi e alle sonde. È venuto giù a piombo, è entrato nell’orbita del Sole ed è stato sparato di nuovo verso l’esterno, verso la costellazione del Pegaso. Un colpo di flipper, di quelli tirati bene.

Li vedo. Tenetevi pronti con quelle reti. Le voglio lanciate bene, ragazzi. Non avremo una seconda possibilità. Abbiamo compiuto un viaggio lungo milioni di anni per essere qui oggi, adesso. Se li mancate, vi faccio il culo blu.

Sulla sua superficie c’è anche dell’acqua, ma è ghiacciata. Nello spazio fa freddo. In quel vuoto, in quelle imponderabili distanze, un corpo umano disperderebbe il proprio calore assai rapidamente. Come se fosse immerso in acque gelide.

L’acqua è un ottimo conduttore. D’estate, ad agosto, al culmine del mezzogiorno, alle gradevoli latitudini del Mediterraneo, ci sembra a volte che il mare non sia altro che una brodaglia calda. Ci lamentiamo del fatto che, neanche facendo il bagno, sia possibile rinfrescarsi in quelle giornate torride.

Invece il mare è freddo. Non come lo spazio, ma lo è. Credetemi se vi dico che al largo, laddove la costa è un miraggio e l’orizzonte è riempito interamente dall’azzurro che ora vira al blu e ora al verde, resistereste poche ore senza l’equipaggiamento adatto. Ancora di meno se il corpo immerso nell’acqua fosse quello di un bambino.

Adesso! Lanciate!

Vestitelo di indumenti caldi, questo bambino, vestitelo di indumenti dai colori sgargianti, mettetegli la tutina rossa e bianca, o quella arancione e gialla, che si veda bene da lontano, fate passare le sue braccia morbide attraverso le maniche (senza dimenticare di mettere prima una canottiera calda), allacciate bene i piccoli pantaloni, infilate i suoi piedini perfetti nei calzini e poi nelle scarpine.

Fatelo mangiare, questo bambino, così piangerà di meno e avrà sonno, cullatelo finché non si addormenti. Stringetelo. Con tutta la forza che avete, stringetelo. E pregate, perché le cose possono andare bene o andare male. Pregate perché la prossima volta che aprirà gli occhi sia dall’altra parte di questo mare così grande, profondo, freddo.

Presi!

Tutti e tre?

Tutti e tre!

È fatta! È fatta!

E gli altri? Tutti gli altri? Ci sono anche loro?

Sissignore. Li stiamo tirando via tutti. Sono bravissimi: si tengono per mano e non si lasciano. Le loro manine sono incredibilmente forti, signore. Formano una catena che non si può spezzare.

Allora possiamo andare?

Sissignore. Direi proprio di sì. Quale rotta facciamo, signore?

Quella più breve per allontanarci da qui. Andiamocene via il prima possibile. Non so a voi, ma a me vengono i brividi, a rimanere. Ora che ce li abbiamo tutti, questi piccoli angeli, voglio portarli via subito. Appena fuori da questo sistema solare, facciamo rotta verso la più luminosa e calda delle stelle. Voglio vederli sorridere, questi cuccioli, voglio ascoltarli ridere.

‘Oumuamua’s journey through our Solar System - Copyright ESA; artist impression: ESA/Hubble, NASA, ESO, M. Kornmesser

Chi volesse approfondire il tema della cometa/asteroide interstellare, e trovare qualche dato più preciso, può consultare il seguente link:

Chi volesse invece avere notizie di ciò che sta accadendo nel nostro Mar Mediterraneo, non ha che da consultare la cronaca d’attualità.

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